Il 26 marzo 1917, le aride pianure intorno a Gaza furono teatro di uno scontro feroce che segnò uno dei momenti cruciali della Prima Guerra Mondiale in Medio Oriente: la Prima Battaglia di Gaza. Questo conflitto rappresentò il primo tentativo delle forze britanniche di penetrare nella Palestina meridionale, allora parte dell’Impero Ottomano, con l’obiettivo di destabilizzare le difese ottomane e aprire la strada verso Gerusalemme.
La Campagna del Sinai e della Palestina: il contesto storico
La Prima Battaglia di Gaza si colloca all’interno della più ampia Campagna del Sinai e della Palestina, una serie di operazioni militari condotte dal Regno Unito e dai suoi alleati per assicurarsi il controllo strategico della regione. Dopo la vittoria britannica nella Battaglia di Romani nell’agosto 1916, che aveva fermato l’avanzata ottomana verso il Canale di Suez, le truppe britanniche avanzarono nel deserto del Sinai, stabilendo linee ferroviarie e acquedotti per garantire rifornimenti costanti.
La conquista di Al-Arish nel dicembre 1916 e la vittoria nella Battaglia di Rafah nel gennaio 1917 completarono la presa del Sinai, consentendo ai britannici di pianificare l’invasione della Palestina ottomana.
Preparativi e schieramenti: le forze in campo
Il generale Archibald Murray, a capo delle forze britanniche in Egitto, progettò l’attacco a Gaza con l’obiettivo di spezzare la linea difensiva ottomana e guadagnare una posizione strategica per future avanzate verso il nord della Palestina. Le forze britanniche contavano circa 31.000 uomini, tra cui la 52ª Divisione di fanteria scozzese, le truppe montate australiane e neozelandesi dell’Anzac Mounted Division e contingenti indiani.
Dall’altro lato, le forze ottomane, comandate dal generale tedesco Friedrich Freiherr Kress von Kressenstein, erano composte da circa 19.000 soldati. Pur inferiori numericamente, gli ottomani erano ben trincerati e difendevano con determinazione le alture intorno a Gaza, sfruttando il terreno a loro vantaggio e utilizzando mitragliatrici pesanti e artiglieria.
Il giorno della battaglia: cronaca di uno scontro feroce
All’alba del 26 marzo 1917, le truppe britanniche iniziarono l’attacco. La 52ª Divisione avanzò da sud-est, mentre la cavalleria leggera australiana e neozelandese cercava di aggirare le difese ottomane da nord e ovest per isolare la città. Nonostante la resistenza ostinata degli ottomani, le forze britanniche riuscirono a penetrare nelle difese esterne di Gaza e a catturare alcune posizioni strategiche.
Nel pomeriggio, sembrava che la vittoria fosse vicina. Tuttavia, una serie di errori strategici cambiò rapidamente le sorti della battaglia. La comunicazione inefficace tra il comando centrale e le unità avanzate, unita alla preoccupazione per l’arrivo di rinforzi ottomani, portò Murray a ordinare la ritirata prima del calare della notte. Questa decisione si rivelò disastrosa: durante la notte, le truppe ottomane riconquistarono le posizioni perdute e consolidarono le difese, trasformando una potenziale vittoria britannica in una cocente sconfitta.
Le conseguenze della sconfitta britannica
Le perdite britanniche furono pesanti: circa 523 morti, 2.932 feriti e 512 dispersi. Gli ottomani subirono perdite minori, con circa 300 morti, 750 feriti e 600 dispersi. La sconfitta a Gaza rappresentò una grave battuta d’arresto per l’avanzata britannica nella Palestina ottomana e mise in luce le debolezze nella pianificazione e nella gestione strategica delle forze alleate.
Il fallimento della Prima Battaglia di Gaza ebbe conseguenze anche sul morale delle truppe britanniche, già provate dalle dure condizioni di guerra nel deserto. Gli ottomani, invece, riuscirono a rafforzare le loro posizioni difensive, preparando il terreno per la Seconda Battaglia di Gaza, combattuta nell’aprile 1917.
La battaglia mise in evidenza l’importanza cruciale della logistica e delle comunicazioni militari. Le difficoltà nel coordinare le unità sul campo e la mancanza di informazioni precise portarono a decisioni affrettate e, in ultima analisi, alla sconfitta. Inoltre, la capacità degli ottomani di sfruttare efficacemente le risorse limitate e il supporto delle truppe tedesche dimostrò quanto la collaborazione tra alleati potesse fare la differenza.
Il ruolo dell’Italia nella Campagna del Sinai e della Palestina
Sebbene l’Italia non abbia partecipato direttamente alla Prima Battaglia di Gaza, il Corpo di Spedizione Italiano partecipò alla Campagna del Sinai e della Palestina dal 1917 al 1919, contribuendo alla difesa di posizioni strategiche e collaborando con le forze alleate. Questo sforzo sottolinea l’importanza della cooperazione internazionale nel contesto del conflitto mondiale.