Oggi: 4 Luglio 2025
20 Marzo 2025
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I Cento Giorni di Napoleone: l’ultima scommessa dell’Imperatore

cento giorni napoleone

Oggi 20 marzo, 205 anni fa, iniziavano i Cento Giorni di Napoleone, un’epopea epica che avrebbe segnato la fine definitiva di uno degli uomini più straordinari della storia.

Era il 1° marzo 1815 quando Napoleone Bonaparte, l’uomo che aveva dominato l’Europa con il suo genio militare, mise nuovamente piede in Francia dopo il suo esilio sull’isola d’Elba. Nel giro di poche settimane, il mondo sarebbe rimasto con il fiato sospeso mentre il condottiero sfidava ancora una volta le potenze europee.

Ma come si arrivò a questo incredibile ritorno e quali furono le conseguenze?

Il ritorno dell’Imperatore

Dopo la disastrosa Campagna di Russia del 1812 e la sconfitta nella Battaglia di Lipsia nel 1813, Napoleone era stato costretto ad abdicare nell’aprile del 1814. Le potenze alleate—Gran Bretagna, Russia, Prussia e Austria—avevano decretato la fine del suo dominio e lo avevano esiliato sull’isola d’Elba, un piccolo territorio nel Mar Tirreno. Tuttavia, l’ex Imperatore non si era mai rassegnato alla sua sorte e l’instabilità della Francia sotto la restaurazione borbonica di Luigi XVIII gli offrì l’occasione perfetta per rientrare in scena.

Il 26 febbraio 1815, con un manipolo di uomini fedeli, Napoleone salpò dall’Elba e sbarcò il 1° marzo sulla costa francese a Golfe-Juan. Con lui c’erano appena 1.000 uomini, ma la sua audacia e il suo carisma avrebbero giocato un ruolo decisivo nelle settimane successive.

Marcia verso Parigi: dalla disfatta alla gloria

Invece di essere arrestato o combattuto, Napoleone fu accolto come un eroe dal popolo e dall’esercito. La marcia verso Parigi fu un capolavoro propagandistico: avanzando senza sparare un colpo, l’ex Imperatore riconquistò il cuore della Francia. Il momento simbolico avvenne a Laffrey, quando si trovò di fronte un battaglione inviato da Luigi XVIII per fermarlo. Napoleone si presentò davanti ai soldati e dichiarò:

Se c’è tra voi un soldato che voglia uccidere il suo imperatore, eccomi qui!

I soldati gettarono le armi e si unirono a lui. L’effetto valanga era ormai inarrestabile. Il 20 marzo 1815, Napoleone entrava trionfalmente a Parigi mentre Luigi XVIII fuggiva, sancendo l’inizio dei celebri “Cento Giorni”.

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Il nuovo impero e la minaccia delle potenze europee

Napoleone si rimise subito al lavoro per rafforzare il suo regime, ma sapeva di avere poco tempo. L’Europa non avrebbe accettato un suo ritorno al potere e le potenze alleate, riunite al Congresso di Vienna, lo dichiararono immediatamente “nemico pubblico”.

Nonostante ciò, Napoleone cercò di consolidare il suo dominio con riforme politiche e sociali. Tentò di rassicurare i francesi con una nuova Carta Costituzionale, più liberale della precedente, e cercò di negoziare con le potenze straniere. Ma il tempo giocava contro di lui: in pochi mesi, le grandi potenze europee coalizzarono i loro eserciti per annientarlo.

Waterloo: la battaglia che cambiò la storia

Napoleone sapeva che doveva colpire prima che le forze nemiche si unissero contro di lui. Decise quindi di attaccare in Belgio, cercando di dividere e sconfiggere separatamente gli eserciti del Duca di Wellington (Regno Unito) e del generale prussiano Gebhard von Blücher.

Il 16 giugno 1815 ottenne una vittoria a Ligny contro i prussiani, ma non riuscì a distruggerli completamente. Due giorni dopo, il 18 giugno, si svolse la decisiva Battaglia di Waterloo.

Nonostante la sua abilità strategica, Napoleone si trovò in difficoltà contro l’esercito ben organizzato di Wellington e la successiva riunione delle truppe prussiane. Dopo ore di combattimenti sanguinosi, le sue forze furono sopraffatte. L’arrivo delle truppe di Blücher segnò la sconfitta definitiva.

L’esilio finale e la fine di un’era

Dopo Waterloo, Napoleone tornò a Parigi, ma si rese conto che la sua avventura era finita. Il 22 giugno 1815 abdicò per la seconda volta e tentò di fuggire in America, ma fu catturato dagli inglesi. Questa volta, il suo esilio sarebbe stato ben più duro: venne deportato sull’isola di Sant’Elena, un remoto avamposto nell’Atlantico meridionale, dove trascorse i suoi ultimi anni fino alla morte nel 1821.

I Cento Giorni di Napoleone furono un incredibile colpo di scena nella storia europea. In meno di quattro mesi, l’ex Imperatore riuscì a riprendersi il trono, sfidare le potenze mondiali e tentare un’ultima impresa epica. Tuttavia, il sogno di restaurare il suo impero si infranse a Waterloo.

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Riminese, classe 1997. Direttrice editoriale di LaLettera22, un portale di informazione nato con l’obiettivo di raccontare la complessità del mondo attraverso l’approfondimento e la divulgazione di varie tematiche culturali.

Dopo la laurea in Lettere e culture letterarie europee presso l’Università di Bologna, ha proseguito il suo percorso accademico specializzandosi in Giornalismo e cultura editoriale all’Università di Parma. Da sempre appassionata di storia, geopolitica e comunicazione, ha trasformato il suo interesse in una missione divulgativa, lanciando il progetto Lettera22 sui social per rendere la cultura più accessibile e stimolare il dibattito su temi di attualità.

Oltre a dirigere il portale, lavora come articolista e social media manager, curando strategie editoriali e contenuti per il web. Il suo lavoro unisce analisi critica, narrazione e innovazione digitale, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico a temi spesso percepiti come distanti, rendendoli fruibili e coinvolgenti.

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