Si è svolto a Parigi un incontro cruciale tra una trentina di leader internazionali, convocato dal presidente francese Emmanuel Macron per discutere le garanzie di sicurezza a favore dell’Ucraina. Tra le opzioni sul tavolo, anche la possibilità di dispiegare una forza multinazionale nel Paese invaso dalla Russia nel 2022. Tuttavia, l’iniziativa non ha trovato consenso unanime tra i partecipanti, con alcuni Stati, tra cui l’Italia, che si sono mostrati contrari all’invio di truppe lungo il confine tra Mosca e Kiev.
Nonostante le divergenze, il vertice ha prodotto un accordo preliminare sulla creazione di una “forza di rassicurazione” franco-britannica, sostenuta da un numero limitato di Paesi. Macron ha sottolineato che questa missione non sarà un sostituto dell’esercito ucraino, ma un supporto strategico per rafforzare la stabilità nella regione.
La Russia e i negoziati: accuse di tattiche dilatorie
Nel corso del summit, il presidente francese ha ribadito la necessità di mettere l’Ucraina nella posizione migliore per negoziare una pace solida e duratura. “Il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo vincere la pace”, ha dichiarato Macron in conferenza stampa. Tuttavia, i leader presenti hanno espresso forti dubbi sulla reale volontà di Mosca di avviare trattative concrete.
“La Russia finge di aprire negoziati mentre intensifica i bombardamenti”, ha accusato Macron, trovando il sostegno del premier britannico Keir Starmer: “È evidente che Mosca sta cercando di guadagnare tempo con false trattative”. Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito che l’obiettivo di Vladimir Putin è dividere l’Europa e gli Stati Uniti, piuttosto che cercare una vera soluzione di pace.
Sanzioni: linea dura di Francia e Germania
Tra i punti di convergenza emersi dall’incontro, la fermezza sulle sanzioni contro la Russia. Francia e Germania si sono dette contrarie a qualsiasi revoca delle misure punitive finché la pace non sarà effettivamente raggiunta. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito un eventuale allentamento delle sanzioni un “grave errore”, una posizione condivisa anche da Macron e dal premier britannico.
Zelensky ha espresso preoccupazione per una possibile nuova offensiva russa in primavera, esortando i partner occidentali a mantenere la pressione su Mosca: “Putin sta preparando nuove offensive, non revocate le sanzioni”.
Meloni: coinvolgere gli USA nel prossimo vertice
La premier italiana Giorgia Meloni ha auspicato un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti nelle future discussioni sulla sicurezza in Ucraina. Palazzo Chigi ha sottolineato la necessità di estendere il cessate il fuoco parziale alle infrastrutture civili, come scuole e ospedali, con l’obiettivo di giungere a una tregua totale.
Il vertice di Parigi ha ribadito la determinazione dei Paesi occidentali a garantire un sostegno duraturo all’Ucraina e a definire un modello di sicurezza che possa ricalcare, almeno in parte, il principio di difesa collettiva sancito dall’articolo 5 del Trattato di Washington.
Prossime mosse e scenari futuri
Nei prossimi giorni, i capi delle forze armate britanniche e francesi si recheranno a Kiev per valutare le necessità militari dell’Ucraina e le aree più critiche da difendere. Macron ha assicurato che verranno prese in considerazione tutte le opzioni, inclusi supporto terrestre, aereo e marittimo.
Intanto, l’intelligence ucraina ha segnalato movimenti russi che farebbero presagire nuove offensive nelle regioni di Sumy, Kharkiv e Zaporizhzhia. “Mosca sta cercando di prolungare le trattative e coinvolgere gli Stati Uniti in discussioni inutili, solo per guadagnare tempo e tentare di conquistare più territorio”, ha avvertito Zelensky.
Con un’Europa determinata a mantenere alta la pressione su Mosca e il possibile coinvolgimento di Washington nei negoziati, il prossimo vertice potrebbe segnare un punto di svolta per la sicurezza dell’Ucraina e per gli equilibri geopolitici globali.
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