Oggi: 4 Luglio 2025
22 Aprile 2025
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Il dossier dello Shin Bet contro Netanyahu: accuse gravi e clima da crisi istituzionale

Netanyahu

Il capo dello Shin Bet, il servizio segreto interno israeliano, ha accusato apertamente il primo ministro Benjamin Netanyahu di pressioni illegali e tentativi di interferenza nei suoi doveri istituzionali. Ronen Bar ha presentato lunedì a un tribunale un documento di 7 pagine nel contesto del processo che riguarda il suo licenziamento, voluto proprio da Netanyahu ma sospeso temporaneamente dalla Corte Suprema. Bar racconta di aver ricevuto numerose richieste fuori dai limiti del suo ruolo, che avrebbero avuto come scopo quello di rafforzare il potere personale del primo ministro, anche a scapito delle leggi e delle istituzioni.

Le accuse di Ronen Bar e il documento che scuote il governo israeliano

Nel documento, Bar afferma che Netanyahu avrebbe cercato più volte di ottenere la sua complicità per ottenere vantaggi personali e politici: lo avrebbe sollecitato a proteggerlo dai suoi processi giudiziari, a sorvegliare oppositori politici, e persino a dichiarare la sua fedeltà non allo Stato ma alla sua persona. Una delle pressioni più gravi sarebbe arrivata in vista di una potenziale crisi istituzionale: Netanyahu avrebbe chiesto a Bar di scegliere di obbedire a lui, anziché alla Corte Suprema. Secondo quanto scritto dal capo dello Shin Bet, molte di queste richieste venivano fatte in momenti informali, alla fine di riunioni ufficiali, una volta usciti gli stenografi e gli altri funzionari, per non lasciare tracce.

Il quotidiano Haaretz, vicino alla sinistra israeliana, ha definito il documento «un testo inquietante che ritrae la nascita di un dittatore». Netanyahu ha respinto tutte le accuse, sostenendo che Bar si stia inventando tutto per screditarlo. Ma il capo dello Shin Bet non è isolato: negli ultimi mesi, numerosi alti funzionari civili e militari hanno espresso timori simili, parlando apertamente del rischio di un’evoluzione autoritaria della leadership israeliana.

Pressioni personali e scontro tra istituzioni: cosa c’è in gioco

Oltre alla versione di 7 pagine consegnata in aula, Ronen Bar ha depositato anche una versione secretata molto più dettagliata: 31 pagine e cinque appendici, in cui specifica luoghi, tempi e contesti delle pressioni ricevute. Alcuni episodi erano già filtrati sulla stampa israeliana, ma altri risultano completamente inediti. Uno dei casi più controversi riguarda la richiesta di Netanyahu di far firmare a Bar un documento – preparato dai suoi collaboratori – in cui si affermava che il primo ministro non potesse partecipare ai processi per motivi di sicurezza. Bar si è rifiutato di firmarlo.

Altra accusa pesante è il presunto tentativo del primo ministro di usare lo Shin Bet per monitorare chi organizza e finanzia le proteste antigovernative, che da mesi animano le piazze delle principali città israeliane. L’opinione pubblica è profondamente divisa e, secondo Bar, Netanyahu avrebbe cercato di sfruttare i servizi di sicurezza per ottenere un vantaggio politico su chi si oppone alle sue politiche e ai suoi tentativi di riforma della giustizia.

Il conflitto tra Bar e Netanyahu si inserisce in un contesto già teso, segnato da forti scontri istituzionali. Netanyahu sostiene che il rapporto personale con il capo dello Shin Bet sia ormai deteriorato e che per questo sia necessario rimuoverlo. Ma Bar ha già annunciato che si dimetterà comunque, indipendentemente dall’esito del processo.

Questo scontro solleva interrogativi profondi sullo stato delle istituzioni israeliane. Le accuse di Bar, se confermate, mettono in discussione l’indipendenza dei servizi di sicurezza e segnalano una frattura senza precedenti tra potere esecutivo e apparati di sicurezza. La vicenda si inserisce in un clima già reso instabile dai numerosi processi in corso contro Netanyahu e dalle contestazioni di piazza sempre più frequenti. Il verdetto sul licenziamento di Bar arriverà nelle prossime settimane, ma le ripercussioni politiche si stanno già facendo sentire.

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Riminese, classe 1997. Direttrice editoriale di LaLettera22, un portale di informazione nato con l’obiettivo di raccontare la complessità del mondo attraverso l’approfondimento e la divulgazione di varie tematiche culturali.

Dopo la laurea in Lettere e culture letterarie europee presso l’Università di Bologna, ha proseguito il suo percorso accademico specializzandosi in Giornalismo e cultura editoriale all’Università di Parma. Da sempre appassionata di storia, geopolitica e comunicazione, ha trasformato il suo interesse in una missione divulgativa, lanciando il progetto Lettera22 sui social per rendere la cultura più accessibile e stimolare il dibattito su temi di attualità.

Oltre a dirigere il portale, lavora come articolista e social media manager, curando strategie editoriali e contenuti per il web. Il suo lavoro unisce analisi critica, narrazione e innovazione digitale, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico a temi spesso percepiti come distanti, rendendoli fruibili e coinvolgenti.

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