Fin da dicembre 2024, circa 11mila soldati nordcoreani sono stati inviati nella regione di Kursk, in Russia, per combattere contro le forze ucraine. Nonostante il silenzio ufficiale del Cremlino e di Pyongyang, prove e testimonianze confermano che il contingente nordcoreano è attivamente impegnato nella guerra in Ucraina, anche se i governi cercano di mascherare la loro presenza.
Per coprire il coinvolgimento nordcoreano, l’esercito russo ha fornito ai soldati documenti falsi, spacciandoli per militari provenienti dalle regioni orientali della Russia. Tuttavia, dopo oltre due mesi, i dettagli sulle loro attività al fronte sono sempre più chiari.
Qual è il ruolo dei soldati nordcoreani nella guerra in Ucraina
Il compito principale dei soldati nordcoreani in Russia è supportare le truppe di Mosca nel tentativo di riconquistare i territori occupati dagli ucraini nella regione di Kursk. Tuttavia, le difficoltà non mancano: la barriera linguistica obbliga i nordcoreani a combattere separati dagli alleati russi, portando spesso a errori fatali, inclusi scontri a fuoco accidentali.
Secondo alcune fonti militari ucraine, la Russia avrebbe addirittura affidato quasi del tutto ai nordcoreani la gestione dei combattimenti in quella regione. Questi soldati, molti dei quali alle prime esperienze di guerra, hanno inizialmente commesso errori grossolani, come muoversi in gruppi troppo numerosi, diventando facili bersagli per i droni e l’artiglieria nemica.
Nordcoreani in Ucraina: strategie, errori e adattamenti
I soldati nordcoreani hanno sottovalutato minacce moderne come i droni FPV carichi di esplosivi, che dominano il campo di battaglia. Numerosi video sui canali Telegram ucraini mostrano scene di soldati nordcoreani sorpresi in campo aperto da questi droni letali.
Arrivati nel pieno dell’inverno russo, i nordcoreani si trovano a combattere tra foreste ghiacciate e pianure innevate, senza mezzi pesanti a disposizione. Nonostante tutto, dimostrano una resistenza notevole: rispetto ai soldati russi, sopportano meglio il freddo estremo e portano carichi più pesanti durante gli spostamenti.
Dal punto di vista ideologico, la motivazione è altissima. I nordcoreani avanzano anche sotto il fuoco intenso, e secondo alcune testimonianze preferiscono togliersi la vita piuttosto che essere catturati. Una pratica documentata prevede l’uso di una granata per il suicidio immediato in caso di cattura imminente.
Tattiche audaci contro i droni e recupero dei caduti
Nel tempo, i soldati nordcoreani hanno sviluppato metodi efficaci per sopravvivere. Una delle tattiche più coraggiose consiste nel far da esca ai droni nemici: un soldato si espone deliberatamente per attirare il drone, mentre i compagni cercano di abbatterlo usando fucili a pompa.
A differenza delle truppe russe, i nordcoreani fanno grandi sforzi per recuperare i corpi dei loro caduti, utilizzando anche slitte improvvisate per trascinarli via dal campo di battaglia. Recentemente, sono stati organizzati piccoli reparti dotati di traduttori per migliorare la comunicazione tra russi e nordcoreani.
Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, circa 4.000 soldati nordcoreani sono stati uccisi o feriti dall’inizio delle operazioni. Altre fonti, tra cui BBC, stimano circa mille morti nelle prime otto settimane. Di recente, il contingente nordcoreano sembrerebbe essersi temporaneamente ritirato dal fronte per riorganizzarsi.
L’esercito ucraino ha dato priorità alla cattura di soldati nordcoreani vivi per ottenere prove concrete del loro impiego nella guerra. Dopo settimane di tentativi, l’11 gennaio sono riusciti a catturare due militari nordcoreani, portandoli in salvo nonostante l’intenso fuoco di artiglieria russo, che mirava a impedirne la cattura.
La presenza dei soldati nordcoreani nella guerra in Ucraina rappresenta un nuovo livello di coinvolgimento internazionale nel conflitto. Anche se disciplinati e motivati, non hanno cambiato l’equilibrio della guerra. A Kursk, le forze ucraine continuano a resistere lentamente, difendendo il territorio strategico che potrebbe giocare un ruolo chiave in futuri negoziati.
Il gelo, i droni e le battaglie d’assalto definiscono una guerra moderna che coinvolge sempre più attori globali, e di cui la Corea del Nord, adesso, è diventata parte attiva.
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