Oggi: 4 Luglio 2025
27 Aprile 2025
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Incontro Trump Zelensky Vaticano: 15 minuti cruciali sotto gli affreschi di San Pietro

Incontro Trump Zelensky Vaticano

Dal clamore di due mesi fa nello Studio Ovale alla quiete solenne della basilica di San Pietro: sabato 26 aprile 2025, Volodymyr Zelensky e Donald Trump si sono incontrati di nuovo, ma in un contesto totalmente diverso. Prima della cerimonia funebre per Papa Francesco, all’interno della cattedrale vaticana, i due leader hanno avuto un confronto di circa quindici minuti, senza testimoni e in un’atmosfera carica di tensione e simbolismo.

A differenza degli incontri precedenti, questa volta Trump ha ascoltato attentamente il leader ucraino. Lo stesso presidente americano, a bordo dell’Air Force One di ritorno negli Stati Uniti, ha affidato a un post il suo primo commento: «Non c’era alcuna giustificazione per i recenti attacchi missilistici russi contro i civili. Forse Putin non vuole davvero la pace», ha scritto, lasciando intendere una possibile evoluzione della sua posizione sulla guerra in Ucraina.

L’incontro è avvenuto su iniziativa diretta di Trump. Originariamente, all’interno della basilica erano state sistemate tre sedie per accogliere anche Emmanuel Macron, ma Trump – come documentato in un breve video – ha chiesto di restare da solo con Zelensky, con il leader ucraino che ha annuito. Macron ha poi parlato separatamente con Zelensky a Villa Bonaparte, mentre successivamente il presidente ucraino ha incontrato il premier britannico Keir Starmer e la premier italiana Giorgia Meloni, oltre ai cardinali Pietro Parolin e Matteo Maria Zuppi.

Le richieste di Zelensky e le (parziali) aperture di Trump

Il faccia a faccia fra Trump e Zelensky è stato preparato meticolosamente a Kiev. L’obiettivo? Correggere alcune basi di un possibile piano di pace che, nelle sue bozze attuali, favorirebbe troppo Mosca. Il piano ufficioso prevede infatti concessioni enormi: accettazione dei territori occupati da parte della Russia, veto all’ingresso dell’Ucraina nella Nato e riconoscimento formale della Crimea come russa.

Fonti vicine a Washington fanno trapelare che, dopo il colloquio, Trump potrebbe aver attenuato le sue posizioni: non vi sarebbe alcuna intenzione, almeno per ora, di riconoscere la Crimea come russa né di chiudere definitivamente la porta della Nato a Kiev. Inoltre, è stato suggerito che una futura amministrazione americana potrebbe rivedere questi punti.

Zelensky non si fa illusioni. Da tempo riconosce che l’Ucraina, al momento, non ha i mezzi per riconquistare la Crimea o gli altri territori persi. Tuttavia, il leader ucraino avrebbe spiegato a Trump che firmare un accordo troppo sbilanciato significherebbe destabilizzare internamente l’Ucraina e lasciarla vulnerabile a futuri attacchi di Mosca.

Secondo il New York Times, Zelensky ha proposto tre condizioni fondamentali per un accordo di pace accettabile:

  • garanzie di sicurezza tramite un contingente militare europeo, sostenuto logisticamente dagli Stati Uniti;

  • diritto per Kiev di mantenere un esercito pienamente operativo;

  • accesso ai circa 300 miliardi di euro di riserve russe congelate, da utilizzare per ricostruire l’Ucraina e finanziare la difesa.

Le difficoltà nei negoziati e il peso delle sanzioni su Mosca

Putin si oppone apertamente a ogni garanzia di sicurezza per Kiev e pretende il recupero delle sue riserve congelate, proponendo in cambio accordi economici come l’acquisto di Boeing statunitensi. Tuttavia, il contesto economico gioca contro il Cremlino: il prezzo del petrolio russo è crollato a circa 50 dollari al barile, ben al di sotto della soglia dei 69,7 dollari prevista nel bilancio di guerra di Mosca per il 2025. La pressione finanziaria si somma all’alto numero di perdite quotidiane tra i soldati russi, che si aggirano intorno ai mille morti e feriti al giorno.

La situazione interna ed esterna alla Russia rende ogni giorno più difficile sostenere il conflitto, e questo offre un margine di pressione ulteriore nei colloqui diplomatici.

Fuori dalla basilica di San Pietro, Zelensky ha commentato l’incontro con Trump sottolineandone il “potenziale storico” qualora si arrivasse a “risultati concreti e congiunti”. Il rischio, tuttavia, è sempre quello di una brusca interruzione: Trump, in caso di stallo, potrebbe ancora ritirarsi dal negoziato e lasciare Kiev senza il fondamentale sostegno americano.

L’Europa rassicura Kiev mentre il negoziato resta fragile

Proprio per questo, il supporto europeo resta cruciale. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha voluto inviare un messaggio chiaro a Zelensky dopo l’incontro in Vaticano: «Conta sul nostro sostegno per una pace giusta e duratura». L’Unione Europea appare intenzionata a garantire all’Ucraina aiuti concreti, indipendentemente dalle future mosse degli Stati Uniti.

L’incontro tra Trump e Zelensky a San Pietro non ha sciolto tutti i nodi, ma ha segnato un primo passo verso un possibile nuovo equilibrio. La strada verso la pace resta lunga e complicata, ma il colloquio romano dimostra che il confronto diretto, anche in mezzo alla tensione e alle difficoltà, è ancora possibile.

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Riminese, classe 1997. Direttrice editoriale di LaLettera22, un portale di informazione nato con l’obiettivo di raccontare la complessità del mondo attraverso l’approfondimento e la divulgazione di varie tematiche culturali.

Dopo la laurea in Lettere e culture letterarie europee presso l’Università di Bologna, ha proseguito il suo percorso accademico specializzandosi in Giornalismo e cultura editoriale all’Università di Parma. Da sempre appassionata di storia, geopolitica e comunicazione, ha trasformato il suo interesse in una missione divulgativa, lanciando il progetto Lettera22 sui social per rendere la cultura più accessibile e stimolare il dibattito su temi di attualità.

Oltre a dirigere il portale, lavora come articolista e social media manager, curando strategie editoriali e contenuti per il web. Il suo lavoro unisce analisi critica, narrazione e innovazione digitale, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico a temi spesso percepiti come distanti, rendendoli fruibili e coinvolgenti.

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