Oggi: 3 Luglio 2025
28 Aprile 2025
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Chi è Andrew Tate e perché è diventato un pericolo virale per i giovani

Andrew tate

Chi è Andrew Tate? Se lo sono chiesto in molti, soprattutto tra gli over 30, dopo che TikTok, Instagram e Facebook hanno deciso di bannarlo nel 2023. Il trentacinquenne ex kickboxer, diventato una star di TikTok, era semisconosciuto agli adulti senza figli adolescenti. Ma tra i più giovani, era già un fenomeno virale.

Andrew Tate: come un ex kickboxer ha conquistato TikTok e diffuso odio

In tutto il mondo anglofono, genitori e insegnanti hanno iniziato a suonare l’allarme: troppi ragazzi ripetevano slogan sessisti, attribuiti a Tate. Su Reddit, un’insegnante ha raccontato di studenti che rifiutavano di leggere testi scritti da donne e affermavano che “le donne devono stare in cucina”. Altri docenti hanno confermato di aver assistito a episodi simili. Tra le perle di Andrew Tate: le donne non dovrebbero guidare, né lavorare fuori casa. E ancora: vanta di aver aggredito una donna con un machete e ha lodato Trump per le accuse di molestie sessuali.

Il successo di Tate è stato alimentato dalle stesse piattaforme che poi l’hanno scaricato. Come rivelato dal Guardian, TikTok bombardava i teenager maschi con suoi video, generando oltre 12 miliardi di visualizzazioni. Solo dopo l’intervento dei “grandi” è scattato lo stop: finché ha portato click e soldi, TikTok ha chiuso un occhio.

Tate non è un caso isolato, ma parte di un fenomeno più vasto: figure dell’estrema destra che reclutano giovani uomini sfruttando le loro insicurezze.

E non è solo un provocatore. La polizia rumena ha perquisito la sua villa nell’ambito di un’indagine su traffico di esseri umani. Del resto, era stato lui stesso a dire che preferiva vivere in Romania perché «qui la polizia chiude un occhio sulle accuse di stupro».

Dal self-help al radicalismo: il vero volto della strategia di Andrew Tate

Chi si preoccupa per i giovani ha validi motivi. Non si tratta solo di misoginia. Tate è parte di una rete più ampia che spinge i ragazzi verso ideologie autoritarie e movimenti neofascisti. Lo schema è noto: gli influencer di estrema destra si propongono come guru del “self-help”, promettendo soldi facili, successo con le donne e corpi scolpiti. Ma dietro il sipario, vendono fuffa: corsi di criptovalute, integratori inutili e, soprattutto, odio verso le donne.

Come ha scritto Ash Sarkar su GQ, “il privilegio maschile non garantisce più ciò che garantiva un tempo”. Oggi le donne possono scegliere. E molti uomini rispondono evolvendo, diventando partner migliori. Ma i Tate e i suoi simili offrono un’altra strada: quella del risentimento, del rimpianto per un’epoca in cui le donne dovevano accontentarsi.

Questo trucco è comune nell’ecosistema dell’estrema destra. Gavin McInnes, fondatore dei Proud Boys, ha costruito la sua audience promettendo “tradwives”, mogli sottomesse. (Peccato che sua moglie sia una PR di successo). Jordan Peterson, da professore di psicologia a santone della destra, ha conquistato il pubblico non tanto con i suoi “12 consigli per la vita”, quanto con proposte come l’imposizione della monogamia per legge.

Tate, prima del ban, gestiva “Hustler University”: 49 dollari al mese per diventare ricchi come lui. In realtà, era l’ennesima esca per trascinare giovani vulnerabili in una spirale di sessismo e radicalizzazione. E non finisce qui: McInnes e i Proud Boys sono stati protagonisti dell’assalto a Capitol Hill, mentre Peterson è stato sospeso da Twitter per commenti transfobici.

Molti si sono concentrati solo sulla misoginia di Tate, ma il problema è più profondo. Il gruppo Hope Not Hate monitora Tate da anni per i suoi legami con figure dell’estrema destra sia britannica che americana. È stato visto cenare con Paul Joseph Watson, noto per i suoi deliri antisemiti, e ha collaborato con troll complottisti come Jack Posobiec e Mike Cernovich.

Per il ragazzino di 17 anni che scopre Tate su TikTok, però, tutto questo è invisibile. Vede solo un uomo muscoloso che promette successo, ribellione e formule magiche per dominare in amore. Una narrativa seducente, soprattutto in un mondo dove il rifiuto e l’incertezza fanno paura. Tanto più se la colpa, secondo Tate, non è tua: è delle donne.

Ed è così che l’odio si traveste da aiuto, e l’estremismo trova nuove reclute.

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Riminese, classe 1997. Direttrice editoriale di LaLettera22, un portale di informazione nato con l’obiettivo di raccontare la complessità del mondo attraverso l’approfondimento e la divulgazione di varie tematiche culturali.

Dopo la laurea in Lettere e culture letterarie europee presso l’Università di Bologna, ha proseguito il suo percorso accademico specializzandosi in Giornalismo e cultura editoriale all’Università di Parma. Da sempre appassionata di storia, geopolitica e comunicazione, ha trasformato il suo interesse in una missione divulgativa, lanciando il progetto Lettera22 sui social per rendere la cultura più accessibile e stimolare il dibattito su temi di attualità.

Oltre a dirigere il portale, lavora come articolista e social media manager, curando strategie editoriali e contenuti per il web. Il suo lavoro unisce analisi critica, narrazione e innovazione digitale, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico a temi spesso percepiti come distanti, rendendoli fruibili e coinvolgenti.

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