Oggi: 3 Luglio 2025
13 Maggio 2025
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I rapimenti delle donne Alawite: la tragedia della Siria post-Assad

donne alawite

Dall’inizio del 2025, sono più di 60 le donne alawite scomparse in Siria. A dare l’allarme è l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR), che segnala sequestri in diverse regioni del Paese. Le donne vengono rapite in casa, alla fermata dell’autobus, in strada.  Si sa che vengono portate a Idlib, al confine con la Turchia; poi, di loro, si perde ogni traccia. Tutto avviene i sotto lo sguardo complice del nuovo governo siriano, che fa capo a Ahmad al-Shara’.

La caduta del regime: il nuovo potere di Hayat Tahrir al Sham

L’8 dicembre 2024 segna una svolta decisiva nella storia della Siria: cade il regime di Bashar Assad, presidente da l più di vent’anni.  Sono bastati soli dieci giorni ai ribelli per conquistare Damasco, la capitale. A prendere il potere è Ahmad al-Shara’, esponente di spicco del gruppo islamista l’Hayat Tahrir al Sham (HTS), l’«Organizzazione per la liberazione del Levante».

L’HTS, nata con il nome di Jabhat al-Nusra, affonda le sue radici nello Stato Islamico in Iraq nel 2012.  Nel 2013 si allinea ad al-Qaeda, per poi distaccarsene nel 2016 e concentrarsi sulla Siria, integrandosi con l’opposizione islamista locale e diventando la forza dominante della provincia occidentale di Idlib. Nel 2017, l’HTS inizia a promuovere il concetto di “al-kayan al-Sunni”, l’entità sunnita, in contrapposizione al regime alawita e ai suoi alleati.

Sotto la facciata moderata di HTS, il terrore settario

Fino al novembre 2024, l’HTS era pubblico difensore dell’Islam Sunnita. Poi, nell’arco di pochi giorni, con la conquista dei territori siriani precedentemente governati da Assad, la sua narrativa cambia, presentandosi come un governo moderato e inclusivo.

Nei video diffusi a partire da dicembre, il leader Ahmad al-Shara’ appare in abiti civili, circondato da consiglieri che si dichiarano tolleranti. Si parla di “una Siria per tutti i siriani’’, si promette il rispetto delle minoranze, l’apertura politica e la protezione dei diritti individuali. Una maschera rassicurante, costruita per ottenere consenso interno e legittimità internazionale.

Sotto questa facciata moderata, oggi in Siria vige un regime di terrore: solo nel mese di marzo, sono stati oltre mille i civili alawiti uccisi dalle forze islamiste del nuovo governo. I rapimenti delle donne alawite si inseriscono in una strategia che rimanda all’ideologia originaria di HTS, la stessa che, nelle sue radici jihadiste, ricorda la logica di eliminazione settaria vista nel genocidio degli yazidi da parte dell’ISIS in Iraq.

Il traffico nascosto: testimonianze e scambi di donne sotto il governo siriano

La piattaforma giornalistica Daraj Media, con sede in Libano, ha pubblicato testimonianze dirette di donne rapite e familiari. A parlare è Rabab (nome di fantasia), rapita in pieno giorno in una piazza pubblica, caricata su un furgono e poi portata in una casa. La sua compagna di stanza è Basma, una ragazza rapita prima di lei.  “Ci hanno torturate e picchiate.  ci era permesso parlare tra noi, ma ho riconosciuto l’accento dei rapitori: uno era straniero, l’altro locale, di Idlib. Lo capivo da come ci maledivano per essere alawite.”  Nella casa c’erano altre donne, Rabab ne sentiva le voci. La prigionia di Rabab, per motivi ignoti, è durata pochi giorni. Basma non è più tornata.

Non è per un riscatto che questi sequestri avvengono. Le donne, condotte ad Idlib, sono costrette a matrimoni forzati o vivono in condizioni di schiavitù sessuale. Il traffico di ragazze emerge in uno scambio tra un militante, che si identifica come Abu Muawiyah Al-Ladani, e un trafficante, conosciuto come Abu Al-Hawraa: “Voglio una delle giovani alawite arrivate da te… deve essere ancora vergine”, scrive Abu Muawiyah; il trafficante risponde: “Ti manderò nuove foto da scegliere”.

Il 19 Aprile 2025, l’attivista siriana Hiba Ezzideen ha denunciato su Facebook, in un post poi rimosso, di aver visto un uomo camminare con una donna, che non indossava correttamente lo hijab e che appariva disorientata. Nessuno sembrava conoscere il suo passato. Quando Ezzideen ha provato a chiedere informazioni, le è stati risposto che la donna veniva dai villaggi costieri dove sono avvenuti i massacri, e che lui l’ha presa e l’ha sposata. Non è pratica comune per uomini di Idlib sposare donne alawite. Dopo aver parlato rivoluzionari e attivisti, i suoi sospetti hanno avuto conferma: rapimenti di donne alawite avvengono regolarmente; tra i coinvolti, i membri dell’esercito nazionale siriano.

Condannate due volte: la paura e la vergogna delle sopravvissute

Un doppio terrore costringe al silenzio che circonda questi crimini:

  • Il timore di ritorsioni: Alcune vittime, contattando le proprie famiglie, hanno implorato di non denunciare l’accaduto. In diversi casi, i sequestratori hanno inviato minacce dirette: “O restate zitti o vi restituiamo vostra figlia in una bara”, è il messaggio che ha ricevuto la famiglia di una ragazza di 18 anni rapita in pieno giorno sulla costa siriana.
  • Lo stigma sociale: in una società conservatrice, spesso le donne che riescono a tornare sono considerate ‘impure’: se ne nasconde il ritorno, non se ne parla pubblicamente, e nei casi più estremi, vengono allontanate.

La nuova Siria reprime, l’Occidente tace: chi difende le donne scomparse?

Nel Dicembre 2024, la caduta di Assad è stata accolta con l’entusiasmo di molti: le voci di chi si mostrava preoccupato per la natura del nuovo governo, sono state sommerse da slogan liberatori che celebravano la fine della tirannia. Alle grida di gioia iniziali, ha adesso fatto posto il silenzio. Nessuno sembra voler ricordare che il Ministro della giustizia del nuovo esecutivo è Shadi al-Waysu — lo stesso uomo che nel 2015 fu ripreso mentre supervisionava esecuzioni pubbliche di donne, colpevoli solo di aver trasgredito il codice morale dei tribunali jihadisti.

L’orrore non detto, non scompare. Resta in attesa di essere raccontato. E in Siria oggi ci sono donne – e bambine – che hanno bisogno di essere nominate, almeno finchè non tornano. Tra loro, ricordiamo: Katia Jihad Qarqat 21 anni, Sima Suleiman Hasno 17 anni, Raneem Ghazi Zarifa 22 anni, Aya Talal Qassem 23anni, Nour Kamal Khodr 26anni, Naya Maher Qaidban 5 anni, Masa Maher Qaidban 3 anni.

 

FONTI:

Hayat Tahrir al-Sham: dal jihadismo globale all’islamismo siriano 

https://www.syriahr.com/en/category/news/syria-news/?doing_wp_cron=1741389363.9173679351806640625000

https://www.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/cronaca/2025/04/29/ong-in-siria-da-marzo-62-alawite-rapite-da-milizie-sunnite_72bcbf21-0bd1-43ff-ba51-ee9f2c96e63c.html

https://www.memri.org/jttm/syrian-feminist-activist-claims-alawite-women-abducted-syrian-coast-and-married-idlib-opponents

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Nata nel 1998 in Basilicata, si è trasferita a Firenze per intraprendere gli studi universitari, laureandosi in Chimica presso l’Università degli Studi di Firenze, città in cui attualmente vive. Alla solida formazione scientifica affianca una profonda passione per la letteratura e la geopolitica, ambiti che esplora con curiosità e spirito critico. Convinta del valore del pensiero interdisciplinare, unisce nei suoi interessi l’analisi razionale della scienza e la complessità delle dinamiche culturali e internazionali.

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