Secondo le dichiarazioni di Tel Aviv, il raid israeliano ha avuto l’obiettivo di proteggere la comunità drusa, coinvolta negli scontri con gruppi sunniti beduini, e tenere le truppe siriane lontane dal confine.
Nella mattina di martedì 15 luglio 2025, l’aviazione israeliana ha effettuato un attacco mirato contro le forze di sicurezza siriane nella città meridionale di Suwayda, area teatro da giorni di violenti scontri tra la minoranza drusa e la comunità sunnita beduina.
Si tratta del primo attacco diretto di Israele contro truppe siriane dalla caduta del regime di Bashar al Assad, avvenuta lo scorso dicembre a seguito di un’insurrezione armata.
Perché Israele è intervenuto
Secondo fonti israeliane, il bombardamento ha avuto un duplice obiettivo: difendere la comunità drusa, storicamente vicina a Israele, e impedire un’eccessiva presenza militare siriana nelle zone prossime al confine, considerate ad alta sensibilità strategica. Il confine israeliano è distante decine di chilometri da Suwayda, ma già a febbraio Israele aveva imposto una zona di demilitarizzazione a sud di Damasco, senza l’approvazione del nuovo governo siriano guidato da Ahmad al Sharaa, esponente di Hayat Tahrir al Sham.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ONG con sede nel Regno Unito, gli scontri hanno già causato oltre 110 vittime, principalmente tra drusi e beduini.
La situazione a Suwayda
La crisi è esplosa venerdì scorso, quando un commerciante druso è stato rapito da un gruppo beduino che aveva istituito un posto di blocco illegale nei pressi della città. L’episodio ha innescato una spirale di vendette tra le due comunità, culminata con attacchi armati reciproci sia dentro che fuori Suwayda. Le milizie druse hanno preso di mira il quartiere beduino di al Maqwas, mentre i beduini hanno risposto con assalti a piccoli villaggi drusi.
Lunedì sono intervenute le forze governative siriane, apparentemente per contenere la violenza. Tuttavia, molti drusi hanno interpretato l’intervento come un tentativo di favorire i beduini e limitare l’autonomia storica della loro regione. La struttura delle forze siriane, composta da milizie eterogenee e non sempre coordinate tra loro, alimenta ulteriori incertezze sul loro reale orientamento sul campo.
Relazioni tra drusi e Israele
In Israele vive una consistente comunità drusa, spesso integrata nelle istituzioni militari e civili del paese. I drusi israeliani godono di uno status particolare e sono considerati, dopo gli ebrei, la comunità più leale allo Stato. Tuttavia, la popolazione drusa siriana è culturalmente e politicamente distinta, e non è chiaro se apprezzi l’intervento israeliano, sebbene condivida l’avversione per l’ingerenza del governo centrale di Damasco.
Cessate il fuoco annunciato
Nella tarda mattinata di martedì, il ministero della Difesa siriano ha comunicato la proclamazione di un cessate il fuoco, raggiunto tramite mediazione tra rappresentanti drusi e beduini. Nonostante ciò, alcuni leader drusi locali hanno respinto l’accordo, invitando a proseguire la resistenza.
Israele, nel frattempo, ha ribadito la sua linea: impedire concentrazioni militari in prossimità del Golan, territorio siriano annesso da Israele nel 1967 e tuttora al centro di dispute internazionali. Approfittando del vuoto di potere seguito alla caduta di Assad, l’esercito israeliano ha consolidato la sua presenza nell’area, controllando nuovi punti strategici.
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