In un momento delicato per la politica tedesca, l’Ufficio federale per la Protezione della Costituzione (BFV), cioè l’agenzia di intelligence interna della Germania, ha ufficialmente classificato l’intero partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) come una minaccia per l’ordine democratico del Paese. Questa decisione, resa pubblica venerdì, ha suscitato reazioni contrastanti e apre un nuovo capitolo nella complessa relazione tra istituzioni democratiche e movimenti politici radicali.
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AfD estremismo Germania: cosa ha deciso il BFV
Il BFV ha concluso, al termine di una lunga indagine, che l’AfD presenta caratteristiche incompatibili con i principi costituzionali della Repubblica Federale. Secondo il rapporto dell’agenzia, il partito porterebbe avanti posizioni chiaramente xenofobe e discriminatorie, tali da minacciare l’inclusività e l’eguaglianza garantite dalla legge tedesca. In precedenza, solo alcune sezioni locali del partito, come quelle della Turingia, Sassonia e Sassonia-Anhalt, erano state dichiarate “sospette” o “estremiste”. Ora, però, la qualifica è stata estesa a livello nazionale, interessando tutto il partito.
Il documento su cui si basa questa decisione è lungo oltre mille pagine, ma non verrà pubblicato integralmente. Tuttavia, alcuni contenuti chiave sono già stati comunicati: tra questi, il fatto che l’AfD e alcuni suoi leader avrebbero manifestato, anche durante le ultime campagne elettorali, l’intenzione di escludere dalla piena cittadinanza le persone di origine straniera, anche se nate e cresciute in Germania.
Quali conseguenze può avere questa decisione
La classificazione dell’AfD come organizzazione estremista non comporta automaticamente lo scioglimento del partito, ma ha conseguenze significative sul piano politico e legale. Innanzitutto, la nuova etichetta permette al BFV un ampliamento delle misure di sorveglianza: intercettazioni telefoniche, uso di informatori e controlli più approfonditi sono ora consentiti dalla legge per monitorare le attività interne del partito.
In secondo luogo, questa valutazione potrebbe servire come base legale per un’eventuale richiesta di scioglimento del partito da parte del Bundestag, il parlamento tedesco. Tuttavia, una misura del genere dovrebbe essere valutata dalla Corte costituzionale federale, che ha già in passato rifiutato proposte simili, come nel caso del partito neonazista NPD, considerato sì pericoloso, ma non abbastanza influente da giustificare lo scioglimento.
AfD estremismo Germania: un partito in crescita nonostante tutto
Nonostante le accuse e le critiche, l’AfD ha registrato negli ultimi mesi un aumento significativo nei sondaggi. Alle elezioni regionali di febbraio è risultato il secondo partito più votato, superando anche i Socialdemocratici (SPD) e posizionandosi subito dopo la CDU (centrodestra). Tuttavia, nessuna delle forze politiche principali ha mostrato apertura verso un’alleanza con l’estrema destra, mantenendo il cosiddetto “cordone sanitario”.
Nel 2023, un’inchiesta giornalistica aveva già fatto esplodere le polemiche quando era emerso che alcuni esponenti del partito avevano partecipato a una riunione segreta con membri di gruppi neonazisti. In quell’occasione si era discusso un ipotetico “piano di rimpatrio” di massa rivolto non solo ai richiedenti asilo e agli immigrati regolari, ma anche a cittadini tedeschi con origini straniere. Le rivelazioni avevano generato manifestazioni in decine di città tedesche, con una forte mobilitazione dell’opinione pubblica contro le derive razziste del partito.
La reazione dell’AfD e il clima politico in Germania
I leader dell’AfD, Alice Weidel e Tino Chrupalla, hanno respinto con fermezza la designazione come “estremista” e hanno annunciato l’intenzione di ricorrere per vie legali. Hanno definito la valutazione del BFV “diffamatoria” e “politicamente motivata”, accusando l’agenzia di essere manovrata dai partiti di governo per screditare l’opposizione. Anche altri esponenti del partito, come il vicepresidente Stephan Brandner, hanno parlato apertamente di “interferenze” da parte dei partiti tradizionali per limitare l’ascesa dell’AfD.
Dal canto suo, la ministra dell’Interno Nancy Faeser (SPD), sotto la cui responsabilità ricade il BFV, ha ribadito che la relazione è stata condotta in piena autonomia, senza pressioni politiche, e secondo criteri oggettivi. Numerosi rappresentanti dei partiti di sinistra e centrosinistra hanno espresso sostegno alla decisione, definendola “necessaria per proteggere i valori fondamentali della Costituzione”.
La questione dell’AfD estremismo in Germania rappresenta un banco di prova per la tenuta delle istituzioni democratiche tedesche. Da un lato c’è la necessità di tutelare i diritti fondamentali e prevenire l’ascesa di movimenti politici che minacciano l’ordine costituzionale; dall’altro, bisogna evitare che l’intervento statale venga percepito come una forma di censura politica, con il rischio di rafforzare la narrativa del vittimismo propagandata da AfD.
In un contesto europeo segnato dalla crescita di partiti radicali e populisti, il caso tedesco viene osservato con attenzione anche fuori dai confini nazionali. Sarà ora compito della Corte costituzionale, dell’opinione pubblica e degli stessi partiti democratici trovare un equilibrio tra la difesa della libertà politica e la necessaria vigilanza contro ogni forma di estremismo.
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