Daniel Noboa ha vinto il ballottaggio delle elezioni Ecuador 2025, assicurandosi un nuovo mandato alla guida del Paese. Secondo i dati ufficiali diffusi dal Consiglio elettorale nazionale, Noboa ha ottenuto il 55% dei consensi, superando la sfidante di centrosinistra Luisa González, che si è fermata al 44%.
Nonostante l’esito, González ha annunciato di non riconoscere la vittoria dell’attuale presidente, denunciando presunti brogli elettorali, anche se al momento non ha fornito prove concrete. Ha inoltre anticipato l’intenzione di richiedere un riconteggio dei voti.
Noboa, 37 anni, è diventato presidente per la prima volta nell’ottobre 2023, dopo aver vinto le elezioni anticipate seguite alle dimissioni dell’ex presidente Guillermo Lasso. Con questa riconferma, guiderà l’Ecuador per un intero mandato di quattro anni. Appartenente al partito conservatore e liberista Azione Democratica Nazionale, Noboa si è distinto fin da subito per una linea dura in materia di sicurezza.
Durante il suo primo mandato, ha dichiarato lo stato d’emergenza nazionale e lanciato il “Plan Fenix”, un piano di sicurezza ispirato alle politiche del presidente salvadoregno Nayib Bukele. L’obiettivo era combattere le bande criminali e i cartelli della droga. Le operazioni hanno portato alla cattura di diversi capi delle organizzazioni criminali e a una riduzione del tasso di omicidi, ma hanno anche sollevato forti polemiche per presunte violazioni dei diritti umani, arresti arbitrari e condizioni disumane nelle carceri. Critiche che non hanno impedito agli elettori di premiarlo alle urne.
Noboa ha anche affrontato tensioni politiche interne, tra cui uno scontro aperto con la vicepresidente Verónica Abad. Proveniente da una famiglia legata al business delle banane, il presidente ha una visione economica incentrata sul libero mercato, il contenimento della spesa pubblica e la valorizzazione dell’iniziativa privata.
Le elezioni Ecuador 2025 hanno confermato il forte contrasto tra i due modelli proposti: da un lato quello di Noboa, centrato su ordine e liberalismo economico; dall’altro quello di González, esponente della coalizione Revolución Ciudadana, vicina all’ex presidente Rafael Correa. La sua candidatura rappresentava la continuità con le politiche sociali della cosiddetta “década ganada”, ma non è bastato per convincere la maggioranza degli elettori.
Il primo turno, tenutosi il 9 febbraio, si era chiuso con uno scarto minimo: Noboa aveva ottenuto il 44,3%, contro il 43,8% di González. Un distacco di appena 17.000 voti. Al ballottaggio, però, il presidente uscente ha ampliato il vantaggio, consolidando la sua leadership.
Con la riconferma, Noboa ha promesso di proseguire con misure severe contro la criminalità, dichiarando che il lavoro iniziato nel suo primo mandato deve ancora essere completato. Ma restano forti le preoccupazioni per l’equilibrio tra sicurezza e diritti civili, in un Paese ancora segnato dalla violenza e da profonde divisioni politiche.
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