Oggi: 18 Agosto 2025
17 Marzo 2025
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Guerra in Ucraina: avanzata russa nel Kursk e ritirata delle truppe di Kiev

kursk

Negli ultimi giorni, l’esercito ucraino sta affrontando crescenti difficoltà nella regione russa del Kursk, occupata parzialmente lo scorso agosto. La rapida avanzata delle forze russe sta costringendo le truppe di Kiev a una ritirata progressiva, compromettendo una posizione strategica che fino a poco tempo fa era considerata un possibile strumento di leva nei negoziati di pace in corso.

Giovedì Mosca ha annunciato la conquista della città di Sudzha, il centro abitato più importante della zona sotto controllo ucraino. Sebbene inizialmente lo stato maggiore di Kiev non avesse commentato la notizia, sabato una mappa ufficiale diffusa dallo stesso esercito ucraino ha confermato che la città non è più sotto il controllo di Kiev.

Una ritirata sempre più rapida

L’occupazione ucraina nel Kursk era iniziata con un’audace incursione nell’agosto dello scorso anno, quando le truppe di Kiev avevano sorpreso le forze russe con un’avanzata rapida e inattesa. Tuttavia, nei sette mesi successivi, l’esercito ucraino ha perso circa due terzi del territorio conquistato inizialmente.

Negli ultimi giorni, la controffensiva russa si è intensificata ulteriormente, favorita anche dalla presenza di soldati nordcoreani a supporto delle truppe di Mosca. La situazione per Kiev è peggiorata dopo che gli Stati Uniti hanno sospeso il sostegno militare e la condivisione dell’intelligence, lasciando l’esercito ucraino in una condizione di maggiore vulnerabilità.

L’ultimo aggiornamento della mappa del fronte mostra un significativo avanzamento delle truppe russe a sud di Sudzha, in una manovra che ha quasi diviso in due il territorio ancora sotto il controllo ucraino. Questo scenario era stato segnalato già il 10 marzo, e nei giorni successivi il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato più volte che l’accerchiamento delle forze ucraine era vicino.

Mercoledì Putin si è recato nel Kursk per visitare le aree riconquistate. Nel frattempo, il presidente statunitense Donald Trump ha commentato che migliaia di soldati ucraini sarebbero ormai “completamente circondati” dall’avanzata russa.

Accerchiamento o ritirata strategica?

Tra venerdì e sabato, il governo ucraino ha smentito le affermazioni di Putin e Trump, negando che le proprie truppe siano circondate. Il presidente Volodymyr Zelensky ha accusato il Cremlino di utilizzare questa narrazione per aumentare la pressione nei negoziati per il cessate il fuoco.

Anche il think tank statunitense Institute for the Study of War ha dichiarato di non avere prove concrete che dimostrino l’effettivo accerchiamento di un numero significativo di forze ucraine. Secondo l’analisi del centro studi, quella in corso sarebbe una ritirata forzata da parte dell’esercito di Kiev, dettata dall’accelerazione delle operazioni militari russe.

La reale situazione sul campo rimane incerta, ma è evidente che le truppe ucraine stanno subendo pressioni crescenti. Il New York Times ha riportato le parole di un comandante ucraino attivo nel Kursk, che già la settimana scorsa aveva espresso preoccupazione:

“Non possiamo fermarli. Avanzano con gruppi di 50 soldati nordcoreani alla volta, mentre noi abbiamo solo sei uomini per posizione.”

guerra ucraina russia mappa Kursk
Il territorio marcato in azzurro è quello occupato nella regione russa del Kursk, mentre le frecce rosse corrispondono all’avanzata dell’esercito russo. “Суджа” sarebbe “Sudzha” (Stato maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina / Facebook)

Caos sul fronte e propaganda russa

Nei giorni scorsi, blogger militari russi (conosciuti come milblogger), esperti in analisi delle operazioni belliche, hanno diffuso video che mostrerebbero soldati ucraini in fuga dal Kursk. Sebbene l’autenticità di queste immagini non sia stata verificata in modo indipendente, la loro diffusione ha alimentato ulteriormente la narrativa russa sulla ritirata precipitosa di Kiev.

Per il presidente Zelensky, questa situazione rappresenta un duro colpo. Negli ultimi mesi, il leader ucraino aveva indicato i territori occupati nel Kursk come un possibile strumento di negoziazione per ottenere concessioni da Mosca in vista di un accordo di pace. Perdere completamente la regione, in questa fase, indebolirebbe ulteriormente la sua posizione nei colloqui diplomatici.

Cessate il fuoco: accordo ancora in bilico

Zelensky ha recentemente accusato Putin di evitare risposte chiare sulla proposta di cessate il fuoco di 30 giorniconcordata tra Ucraina e Stati Uniti. Secondo il presidente ucraino, Mosca starebbe cercando di prendere tempo per rafforzare ulteriormente la propria posizione militare, sfruttando il momento favorevole sul campo di battaglia.

La situazione nel Kursk mostra quanto sia difficile raggiungere un accordo di pace concreto, con un conflitto che, nonostante le trattative in corso, continua ad evolversi rapidamente.

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Riminese, classe 1997. Direttrice editoriale di LaLettera22, un portale di informazione nato con l’obiettivo di raccontare la complessità del mondo attraverso l’approfondimento e la divulgazione di varie tematiche culturali.

Dopo la laurea in Lettere e culture letterarie europee presso l’Università di Bologna, ha proseguito il suo percorso accademico specializzandosi in Giornalismo e cultura editoriale all’Università di Parma. Da sempre appassionata di storia, geopolitica e comunicazione, ha trasformato il suo interesse in una missione divulgativa, lanciando il progetto Lettera22 sui social per rendere la cultura più accessibile e stimolare il dibattito su temi di attualità.

Oltre a dirigere il portale, lavora come articolista e social media manager, curando strategie editoriali e contenuti per il web. Il suo lavoro unisce analisi critica, narrazione e innovazione digitale, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico a temi spesso percepiti come distanti, rendendoli fruibili e coinvolgenti.

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