Un colpo di scena scuote il panorama politico francese: Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra Rassemblement National (RN), è stata condannata dal tribunale di Parigi a quattro anni di carcere, di cui due con pena sospesa e due che potranno essere scontati con il braccialetto elettronico. Oltre alla pena detentiva, il tribunale ha stabilito una multa di 100mila euro e una misura ancora più significativa dal punto di vista politico: cinque anni di ineleggibilità con esecuzione immediata.
La sentenza, che riguarda l’accusa di appropriazione indebita di fondi pubblici del Parlamento europeo, rappresenta un duro colpo per la leader della destra francese, che ha già annunciato il ricorso. Tuttavia, fino a quando non otterrà un’eventuale vittoria in appello, Le Pen non potrà candidarsi a nessuna elezione, comprese le cruciali presidenziali del 2027, per le quali era data tra le favorite.
Le accuse e il processo
Il caso ruota attorno a una gestione irregolare dei fondi destinati agli assistenti parlamentari del Parlamento europeo. L’accusa sostiene che tra il 2004 e il 2016 Le Pen e altri esponenti del Rassemblement National abbiano usato impropriamente circa 2,9 milioni di euro destinati a collaboratori istituzionali, impiegandoli invece per attività del partito in Francia. Il regolamento del Parlamento europeo vieta espressamente l’utilizzo di questi fondi per scopi politici nazionali.
Oltre a Le Pen, il tribunale ha condannato altre 23 persone coinvolte nel sistema, tra cui otto ex eurodeputati e dodici ex assistenti parlamentari. Solo un imputato è stato assolto. Il Rassemblement National, ritenuto parte integrante del meccanismo illecito, dovrà pagare una multa da 2 milioni di euro, di cui la metà coperta tramite confisca di beni.
Secondo la procura, la pratica dell’uso improprio dei fondi era stata inaugurata da Jean-Marie Le Pen, padre di Marine e storico leader dell’estrema destra francese, scomparso lo scorso gennaio. Marine Le Pen avrebbe poi ereditato e ampliato il sistema dopo il 2011, quando ha assunto la guida del partito. Le irregolarità si sarebbero intensificate soprattutto dopo le elezioni europee del 2014, quando il partito passò da tre a 23 eurodeputati.
Le indagini su questo presunto schema finanziario sono iniziate nel 2016 e hanno portato all’apertura del processo, il cui verdetto potrebbe ridefinire gli equilibri politici francesi.
Le ripercussioni politiche
La condanna arriva in un momento cruciale per il Rassemblement National, che nelle ultime elezioni legislative è risultato il partito più votato, superando persino la coalizione centrista di Emmanuel Macron e il blocco della sinistra radicale. Nonostante la decisione del tribunale, Le Pen manterrà il suo seggio da parlamentare all’Assemblea Nazionale francese, ma il verdetto la esclude – almeno per ora – dalla corsa alle presidenziali.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Jordan Bardella, presidente del RN e delfino di Le Pen, ha definito la sentenza “un attacco alla democrazia”, mentre diversi esponenti dell’estrema destra europea, tra cui il primo ministro ungherese Viktor Orbán e l’olandese Geert Wilders, hanno espresso solidarietà alla leader francese. Anche Matteo Salvini, ministro dei Trasporti italiano e leader della Lega, ha parlato di “dichiarazione di guerra da parte di Bruxelles”, sebbene la condanna sia frutto della giustizia francese e non di un organo comunitario.
Dall’altro lato dello spettro politico, Jean-Luc Mélenchon e il suo partito La France Insoumise hanno accolto con favore la condanna, pur criticando l’applicazione immediata della pena di ineleggibilità, sostenendo che “solo il popolo deve decidere chi può essere eletto”.
Le prossime mosse di Marine Le Pen
Marine Le Pen, che fino a oggi ha evitato commenti pubblici sulla sentenza, ha annunciato che interverrà in serata al telegiornale di TF1. Il suo obiettivo sarà probabilmente quello di presentarsi come vittima di un complotto giudiziario, rafforzando la narrativa di una persecuzione politica che potrebbe consolidare la sua base elettorale.
Nel frattempo, il partito si trova di fronte a una sfida complessa: con Le Pen fuori dai giochi almeno fino all’eventuale esito di un appello, chi guiderà la corsa alle prossime elezioni presidenziali? Jordan Bardella, giovane presidente del RN, potrebbe emergere come successore naturale, ma la sua leadership sarà sufficiente a mantenere il partito ai livelli di consenso raggiunti da Le Pen?
A due anni dalle elezioni presidenziali, la politica francese si trova di fronte a un’incognita senza precedenti. Marine Le Pen ha costruito la sua carriera su una crescita costante della destra nazionalista, arrivando fino al ballottaggio contro Emmanuel Macron nel 2017 e nel 2022. La sua ineleggibilità cambierà radicalmente il panorama politico francese, ma resta da vedere se segnerà la fine della sua carriera o un nuovo capitolo nella sua battaglia politica.
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