Oggi: 3 Luglio 2025
19 Marzo 2025
3 minuti di lettura

La misteriosa scomparsa di Antoine de Saint-Exupéry

Antoine de Saint-Exupéry

Sebbene Il piccolo principe sia la sua opera più celebre, Antoine de Saint-Exupéry raggiunse la fama già nel 1931 con il suo primo romanzo, Volo di notte. Quest’opera, ispirata alla sua esperienza diretta come aviatore, trasmette il fascino e la nostalgia del volo, emozioni che lo accompagnarono per tutta la vita.

Ma lo sapevate che la scomparsa dell’autore è stata avvolta nel mistero per decenni? Di seguito la sua incredibile storia.

Uno scrittore dalla vita avventurosa

Saint-Exupéry non fu solo un autore di successo, ma anche un uomo profondamente legato al mondo dell’aviazione. Fin da giovane, il volo lo affascinò, diventando un simbolo di libertà e avventura. Partecipò attivamente allo sviluppo dell’aviazione postale, trasportando corrispondenza attraverso le rotte più pericolose, dall’Europa al Nord Africa fino all’America Latina. Queste esperienze non solo alimentarono il suo spirito avventuroso, ma fornirono ispirazione per le sue opere, tra cui Terra degli uomini e Volo di notte, che raccontano la solitudine e la grandezza dell’uomo di fronte all’ignoto.

Tuttavia, il volo non era solo un mezzo per esplorare il mondo fisico: per Saint-Exupéry rappresentava una metafora dell’esistenza, del desiderio di andare oltre i limiti imposti dalla vita terrena. Questi temi sono profondamente radicati anche in Il piccolo principe, il suo capolavoro letterario.

L’autore visse un’esistenza segnata dal desiderio di libertà e dal senso di spaesamento. Costretto all’esilio negli Stati Uniti a causa dell’occupazione nazista della Francia, nel 1943 scrisse Il piccolo principe. Nello stesso anno, decise di tornare in Europa per combattere contro il regime nazifascista.

il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry

Il piccolo principe, spesso considerato un libro per l’infanzia, è in realtà un’opera profonda, intrisa di malinconia, speranza e desiderio di appartenenza. La storia racconta l’incontro tra un aviatore precipitato nel deserto del Sahara e un bambino nomade che viaggia tra le stelle, proveniente dall’asteroide B 612. Nei suoi personaggi, Saint-Exupéry riversa le proprie emozioni, trasformando la fiaba in una delle opere più tradotte nella storia della letteratura.

La misteriosa scomparsa di Saint-Exupéry

Il 31 luglio 1944, lo scrittore decollò da una base aerea in Corsica per una missione di ricognizione fotografica sul fronte tedesco. Era un’operazione cruciale, volta a raccogliere informazioni per le truppe alleate. Quel volo, però, fu il suo ultimo: Saint-Exupéry non fece mai ritorno e per cinquant’anni nulla si seppe del destino dell’autore di Il piccolo principe.

La sua scomparsa alimentò il mistero e le speculazioni, avvicinandolo al destino stesso del piccolo principe, il bambino viaggiatore che nel libro afferma:

So che è tornato al suo pianeta, perché all’alba non ho trovato il suo corpo, che in realtà non era così pesante… Fu qui che il piccolo principe apparve sulla Terra e, in seguito, scomparve.

L’assenza di un corpo e di prove certe sulla sua morte portarono alcuni a credere che potesse essere sopravvissuto, finito prigioniero o disperso. Altri videro nella sua scomparsa un destino poetico, quasi premonitore del messaggio lasciato nel suo libro più famoso.

Saint-Exupéry scomparsa

Un ritrovamento dopo decenni di mistero

Bisogna attendere il 1998 per il primo indizio concreto: un pescatore trovò in mare, a sud di Marsiglia, un braccialetto con inciso il nome di Antoine de Saint-Exupéry e di sua moglie, Consuelo. Il ritrovamento, tuttavia, non fu ritenuto attendibile né dalla famiglia dello scrittore né dal governo francese.

Due anni dopo, nel 2000, il subacqueo Luc Vanrell decise di indagare sul mistero e, immergendosi fino a 60 metri di profondità, individuò i resti di un aereo. Ci vollero ben 19 mesi prima che gli venisse concesso il permesso ufficiale per proseguire le ricerche. Quando riuscì a esaminare i detriti, trovò il numero di serie dell’aeromobile, che coincideva con quello del velivolo scomparso nel 1944.

L’individuazione dei resti confermò che l’aereo di Saint-Exupéry si era inabissato al largo delle coste francesi, ma ancora mancavano risposte sul perché fosse precipitato.

La rivelazione finale: un testimone inaspettato

Nel 2006, l’ultimo tassello del puzzle venne alla luce: Horst Rippert, un anziano ex pilota da caccia tedesco, confessò di essere stato lui, il 31 luglio 1944, a intercettare e abbattere l’aereo di Saint-Exupéry. Rippert, all’epoca un giovane aviatore della Luftwaffe, raccontò di non sapere chi fosse il pilota fino a molti anni dopo e dichiarò di essersi pentito profondamente di quell’azione, essendo stato un grande ammiratore dello scrittore.

Con quel colpo, pose fine non solo alla vita dell’autore, ma anche al viaggio terreno di un uomo che, come il suo piccolo principe, aveva sempre cercato qualcosa di più grande del mondo visibile. Il suo spirito, però, continua a vivere nelle pagine di uno dei libri più amati di sempre.

Un’eredità senza tempo

A distanza di decenni dalla sua scomparsa, Antoine de Saint-Exupéry rimane una figura iconica, simbolo della fusione tra letteratura e avventura. La sua eredità non si limita solo alle sue opere, ma anche al suo modo di vedere il mondo: con occhi curiosi, poetici e sempre alla ricerca di significato.

Il piccolo principe continua a essere una delle opere più lette e tradotte al mondo, toccando il cuore di milioni di lettori di ogni età. Il suo messaggio di amore, amicizia e comprensione resta attuale, ricordandoci che l’essenziale è invisibile agli occhi.

Saint-Exupéry, proprio come il suo piccolo principe, sembra essere scomparso tra le stelle, lasciandoci però il dono inestimabile della sua filosofia di vita e delle sue parole immortali.

Aiutaci a far nascere il Progetto Editoriale LaLettera22, contribuisci alla raccolta fondi

Riminese, classe 1997. Direttrice editoriale di LaLettera22, un portale di informazione nato con l’obiettivo di raccontare la complessità del mondo attraverso l’approfondimento e la divulgazione di varie tematiche culturali.

Dopo la laurea in Lettere e culture letterarie europee presso l’Università di Bologna, ha proseguito il suo percorso accademico specializzandosi in Giornalismo e cultura editoriale all’Università di Parma. Da sempre appassionata di storia, geopolitica e comunicazione, ha trasformato il suo interesse in una missione divulgativa, lanciando il progetto Lettera22 sui social per rendere la cultura più accessibile e stimolare il dibattito su temi di attualità.

Oltre a dirigere il portale, lavora come articolista e social media manager, curando strategie editoriali e contenuti per il web. Il suo lavoro unisce analisi critica, narrazione e innovazione digitale, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico a temi spesso percepiti come distanti, rendendoli fruibili e coinvolgenti.

Pasolini salò
Previous Story

Pasolini, Salò e la perversione del reale 

stupidità
Next Story

La stupidità secondo Adorno: una cicatrice della repressione

Ultimi articoli dal Blog

Torna inalto