Oggi, 2 aprile, ma nel 1948, il Congresso degli Stati Uniti approvava il Piano Marshall, un ambizioso programma di aiuti economici destinato alla ricostruzione dell’Europa devastata dalla Seconda Guerra Mondiale. Questo piano, formalmente noto come European Recovery Program, fu annunciato dal Segretario di Stato George Marshall il 5 giugno 1947 in un celebre discorso all’Università di Harvard.
L’idea di fondo era chiara: aiutare i paesi europei a risollevarsi economicamente per garantire stabilità politica e scongiurare la diffusione del comunismo nel continente.
Un’Europa in ginocchio
Alla fine della guerra, il vecchio continente si trovava in condizioni disperate: città ridotte in macerie, economie paralizzate, inflazione alle stelle e milioni di sfollati. In questo scenario di crisi umanitaria ed economica, gli Stati Uniti si trovarono di fronte a una scelta cruciale: lasciare che l’Europa cercasse di risollevarsi da sola, con il rischio di instabilità politica e di una crescente influenza sovietica, o intervenire con un piano strutturato di sostegno finanziario. La decisione di optare per la seconda strada segnò una svolta storica.
Le cifre del Piano Marshall
Il Piano Marshall prevedeva lo stanziamento di oltre 12,7 miliardi di dollari da distribuire nell’arco di quattro anni (una cifra che oggi equivarrebbe a oltre 150 miliardi di dollari). Questi fondi furono destinati all’acquisto di materie prime, macchinari industriali, carburante e generi di prima necessità, contribuendo in modo determinante alla ripresa economica di 16 paesi europei, tra cui Italia, Francia, Germania Ovest e Regno Unito.
Per garantire un’efficace gestione delle risorse, il 16 aprile 1948 fu istituita l’Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea (OECE), incaricata di coordinare la distribuzione degli aiuti tra i paesi beneficiari e promuovere una visione di sviluppo comune.
Gli effetti del Piano Marshall furono straordinari: il PIL europeo crebbe a ritmi sostenuti, le industrie ripresero a funzionare e le nazioni beneficiarie riuscirono a modernizzare le loro infrastrutture. La produzione agricola e industriale tornò rapidamente ai livelli prebellici e, in alcuni casi, li superò. Oltre all’aspetto economico, il Piano Marshall rafforzò i legami tra gli Stati Uniti e l’Europa occidentale, contribuendo alla nascita di alleanze politiche ed economiche durature, come la NATO e il Mercato Comune Europeo, precursore dell’attuale Unione Europea.
Il rifiuto dell’Unione Sovietica e la divisione dell’Europa
Non tutti i paesi europei accolsero il Piano Marshall. L’Unione Sovietica e gli stati dell’Europa orientale rifiutarono gli aiuti, temendo che questi rappresentassero un’ingerenza americana nei loro affari interni. Come risposta, Mosca lanciò il Piano Molotov, un programma alternativo di assistenza economica per i paesi del blocco comunista, accentuando così la divisione tra Europa occidentale e orientale e segnando l’inizio della Guerra Fredda.