Nel 1950, a Times Square, New York, un uomo viene investito da un’auto. Un fatto tragico, ma tutto sommato un incidente qualunque e, purtroppo, abbastanza frequente nelle metropoli, giusto? No, perché qualcosa nell’aspetto della vittima lascerà tutti perplessi e profondamente inquietati, a partire dagli abiti ottocenteschi che indossa.
Sembra provenire dal passato, precisamente dal 1876 (e tenete bene a mente questa data!). Tutto di quest’uomo sembra gridare “Vengo da passato!” Ma è davvero un viaggiatore del tempo?
Un viaggiatore del tempo?
Facciamo un bel salto indietro nel tempo fino al 15 giugno 1950, e dirigiamoci oltreoceano negli Stati Uniti. A New York sono le 23:10, quando il brusco rumore di una frenata e un urlo di dolore squarciano il vociare della folla di passanti: un uomo è stato investito e ucciso. L’autista, sconvolto, scende dal veicolo e inizia a giustificarsi, sostenendo che quell’uomo fosse sbucato all’improvviso, come per magia.
Nessuno lo aveva visto! Ma in quel momento, di fronte all’immagine drammatica dell’uomo riverso a terra privo di vita, la gente inizia a osservare davvero la vittima e alcuni, strani dettagli saltano immediatamente in primo piano: l’uomo indossa vestiti alla moda, sì, ma quella di un secolo prima. Abiti che sembrano usciti davvero dal XIX secolo.
Che sia un attore appena uscito teatro? È il primo pensiero che si affaccia nella mente dei presenti. Probabile, se non fosse che la polizia scoprirà ben presto tra i suoi effetti personali un biglietto da visita intestato a un certo Rudolf Fenz, alcune ricevute per la manutenzione di una carrozza, dei dollari fuori corso e c’è anche una lettera su cui campeggia un bollo postale risalente al lontano giugno 1876. Oggetti che sembrano nuovi, privi dei segni di usura che sarebbero assolutamente normali per degli oggetti di quasi cent’anni fa.
L’ispettore Hubert Raines dà il via alle indagini cercando il nome sul biglietto da visita, ma nella guida telefonica di New York, di quest’uomo nessuna traccia. Tuttavia, su una guida del 1939 figura un tale Rudolf Fenz Jr. All’indirizzo indicato nella guida, l’ispettore incontra la vedova Fenz, una minuta signora di 70 anni. L’ispettore le racconta dell’incidente a Times Square e le porge le sue condoglianze, ma la donna scuote la testa e replica che Rudolf Fenz Jr. è morto diversi anni prima.
Strano, no? Beh, sentite questa: la donna aggiunge un inquietante particolare: l’unico altro Rudolf Fenz che conosce era il padre di suo marito, scomparso misteriosamente nella primavera del 1876. Vi dice nulla questa data? È la data scritta sul bollo postale incollato alla lettera che era stata rinvenuta tra gli effetti personali del povero Rudolf Fenz, la vittima dell’incidente e l’oggetto delle indagini.
Raines verifica quindi i documenti d’archivio e scopre che la donna si ricordava bene. Dopo un’attenta ricerca nei registri della polizia di New York, trova una denuncia di scomparsa relativa a Rudolf Fenz, risalente indovinate a quando? Ovvio, al 1876. La denuncia fu fatta dalla moglie, e la la descrizione dell’uomo al momento della scomparsa combaciava, così come coincideva la descrizione del vestito che indossava: finanziera nera, scarpe con la fibbia e un cappello a tesa…
Ma davvero Rudolf Fenz Sr. è scomparso nel 1876 per ricomparire improvvisamente quasi 100 anni dopo a Times Square?

La soluzione del mistero
Per quanto possa essere affascinante nel suo alone di mistero, la storia di Rudolf Fenz è nient’altro che una delle tante leggende metropolitane, che ha preso origine da un racconto di fantascienza e ha poi assunto i contorni di realtà gli appassionati di misteri e occultismo hanno iniziato a diffonderla.
A partire dal 15 settembre 1951. Nel settimanale americano Collier’s compare un racconto di fantascienza intitolato I’m Scared, scritto da Jack Finney. In questo racconto, ecco la storia di Rudolf Fenz, il viaggiatore del tempo più famoso della storia.
Ovviamente è indicata come opera di fantasia, ma nel 1953, ecco il patatrac, quello che consentì alla storia di Fentz di vivere un’altra vita, passando dalla letteratura fantascientifica alla presunta realtà.
Nel 1953 infatti, Ralph Holland ripubblica la storia di Fenz nel suo bollettino occultistico A Voice from the Gallery, eliminando l’avvertimento che indicava che si trattava di un racconto di fantascienza, e tutto prende forma. Vent’anni più tardi, la storia viene ripresa sul Journal of Borderland Research, la maggiore testata della Borderland Sciences Research Associates (BSRA).
Fondata nel 1945 da Meade Layne, l’associazione era dedita allo studio di fenomeni paranormali e alla teosofia. I suoi membri credevano fermamente nell’esistenza di dimensioni parallele e la storia di Rudolf Fenz parve la migliore candidata per essere eletta a prova dell’esistenza di realtà parallele e viaggi nel tempo.
Quella di Rudolf Fenz è sicuramente una storia che ci affascina: i viaggi nel tempo sono tra gli argomenti più quotati nel mondo fantascientifico. Per fare un altro esempio, pensiamo alla storia dell’uomo di Taured: negli anni Cinquanta un viaggiatore sarebbe comparso all’aeroporto di Tokyo affermando di provenire da una nazione mai esistita (Taured), per poi svanire dalla stanza d’albergo in cui era stato confinato. In tempi recenti, nuove indagini negli archivi dei quotidiani hanno permesso di ricostruire la possibile fonte di ispirazione per questa leggenda: nel 1959 un uomo fu arrestato in Giappone per aver tentato di truffare alcune banche e per essere entrato nel Paese con un passaporto falso. Sul documento figurava una provenienza assolutamente fittizia: l’inesistente nazione di Tuarid.
Ma quindi chi è Rudolf Fenz?
La storia di Fentz, però, è una di quelle più precise: l’uomo non arriva dal nulla, ma da un punto ben preciso dello spazio-tempo. Esce da casa sua nel 1876 e ricompare misteriosamente a Times Square 74 anni più tardi. Conosciamo il suo nome, le sue motivazioni, abbiamo dettagli circa i suoi abiti. Soltanto, non sappiamo come abbia potuto fare quel viaggio impossibile nel tempo…
Ma sono proprio questi dettagli che ci consentono oggi di svolgere un’indagine più precisa. Se negli anni Settanta, quando l’episodio viaggiava ancora in formato cartaceo, tutto era difficilissimo, oggi gli archivi dei quotidiani americani che dovrebbero aver menzionato la scomparsa di Fentz nel 1876, o l’incidente del 1950 sono a disposizione di tutti. Ebbene, nulla del genere sembra mai essere apparso sui giornali, né sembrano esserci tracce del “capitano Hubert V. Rihn”.
E come spesso accade con le storie migliori, quelle che ci incuriosiscono e che ci fanno sognare, ecco rivelata la realtà: nessun mistero, nessun viaggiatore del tempo e nessun enigma sovrannaturale da sbrogliare.
Chissà, magari prima o poi capiterà un evento inspiegabile, magari un vero viaggiatore del tempo riuscirà a raggiungere la nostra epoca e a rivelarci i segreti del futuro (o del passato). Ma, purtroppo, non è il caso di Rudolf Fenz.
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