“La diplomazia presuppone la capacità di lamentarsi mentre si calpesta il piede altrui”, diceva Henri Tisot, brillante attore e saggista finora non abbastanza celebrato. Una considerazione, la sua, che calza a pennello per descrivere l’attuale situazione di crisi della diplomazia internazionale.
Molti funzionari riportano che l’aria nei corridoi della Casa Bianca stia diventando sempre più difficile da respirare, e non ci stupiremmo se così fosse anche per l’Eliseo o per la Cancelleria tedesca (la recente difficoltosa elezione di Merz sembra confermarlo. Di certo non si respira bene al Cremlino. Né al confine tra India e Pakistan, e nemmeno tutto intorno alla Cina.
Il romanzo – scandalo di Peyrefitte
Nel 1966 Roger Peyrefitte scrisse un romanzo che suscitò gran clamore, che già dal titolo toglieva ogni dubbio sui temi trattati: “Ambasciate” – questo il titolo del famigerato scritto – divenne presto uno scandaloso reportage dei bassi, bassissimi livelli morali raggiunti dalla diplomazia mondiale dell’epoca. Ambientata negli anni poco prima della seconda guerra mondiale, la storia narrata in terza persona dal nobile diplomatico George de Sarre riporta fedelmente ciò che lo stesso autore, Peyrefitte, si era trovato a vivere negli anni in cui fu segretario dell’ambasciata francese ad Atene.

Una diplomazia allo sbando
Ambasciatori, consoli e segretari vari, al contrario, reduci delle sofferenze del primo conflitto mondiale, in questo romanzo-reportage risultano a dir poco sprovveduti, e finanche inconsapevoli di quanto malvage si sarebbero rivelate le loro disattenzioni. Infatti la loro smania di protagonismo portò inevitabilmente alla nuova tragica guerra.
La crisi diplomatica tra le due grandi guerre
Nel suo libro Peyrefitte affermò: “Platone sapeva quel che faceva escludendo i poeti dalla sua repubblica. Decisamente il Quai d’Orsay non ebbe fortuna coi poeti suoi”.
La crisi attuale della diplomazia
La capacità di gestire il dialogo tra nazioni, in particolar modo durante la tempesta, andrebbe vagliata con grande precauzione, e quindi affidata a uomini e a donne davvero abili. Dove per “abilità” si intenda la piena volontà di applicare alla lettera quel celebre motto: “Che io abbia la saggezza per distinguere il bene dal male, e il coraggio per sceglierlo”.
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