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22 Maggio 2025
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Oriana Fallaci, LA scrittore

oriana fallaci
Furono due le onorificenze assegnate a Oriana Fallaci, che pochi ricordano: medaglia d’oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte; e Premio Annie Taylor per il coraggio, conferitole dal Center for the study of popular culture di New York.
La stessa New York che Oriana raggiunse appena ragazza, agli albori della carriera, lasciando la sua amata Firenze e i genitori, attivi antifascisti.

Gli esordi

Lasciò i colli toscani dove appena maggiorenne era stata Emilia, la staffetta partigiana incaricata di mantenere le comunicazioni tra i membri socialisti del Partito d’Azione, e diventò LA Fallaci.
Il passaggio dall’impegno politico alla scrittura le fu agile: “fare politica e scrivere è la stessa cosa”, diceva sempre. Già da bambina Oriana dichiarava a tutti di “voler diventare scrittore da grande”. Scrittore, al maschile, perchè ai suoi tempi le donne scrittrici erano davvero poche, e malviste. E la strada per diventare “scrittore” le fu indicata dallo zio Bruno, allora direttore della rivista Epoca, che la spinse a fare giornalismo dicendole proprio “brava Oriana, scrivi come un uomo!”.
Per Epoca la Fallaci si occupò essenzialmente di cronaca mondana, ma appena assunta da Arrigo Benedetti a L’Europeo divenne la prima donna inviata speciale del giornalismo italiano, nell’Ungheria del 1956.

New York e il Vietnam

La prova della rivoluzione, superata brillantemente, le valse il trasferimento a New York nel ’58, dove scrisse i suoi due primi romanzi. L’Europeo la spedì poi in giro per il mondo alla scoperta della condizione femminile, e questa esperienza le farà pubblicare un libro tradotto in 11 lingue: Il sesso inutile, un inno alle donne, presto seguito da un’altra bandiera del femminismo allora nascente: Penelope alla guerra.
Inviata a Cape Canaveral, Oriana frequentò la NASA e gli astronauti, che saranno i protagonisti di ulteriori due suoi romanzi. Ma a cambiare per sempre la sua vita fu il Vietnam: unica italiana reporter sul teatro bellico, vi restò quasi due anni, che le varranno onori e oneri, e la pubblicazione del suo capolavoro “Niente e così sia”, oltre a continui resoconti delle battaglie (tanto lucidi quanto disarmanti) e dalle trincee.
Ben presto Oriana Fallaci dichiarò: “un solo soldato semplice che si lancia al fronte per salvare un camerata ferito vale più di un astronauta che passeggia sulla luna. Ha più coraggio di lui, con meno mezzi per salvarsi la vita”.

oriana fallaci

Le passioni

Fu col medesimo spirito che di lì a poco dette alle stampe il suo celebre saggio “Interviste con la Storia”, antologia dei suoi incontri coi personaggi che facevano la Storia mentre lei faceva IL giornalista: Kissinger, Andreotti, Arafat, Khomeini (e la scena indimenticata di lei che si strappa il velo), Golda Meyr (che adorava), Sandro Pertini (che osannava anche perchè partigiano). Nel 1973 Oriana incontrò Alexandros Panagulis per la cui memoria scrisse “Un Uomo”, con tre milioni di copie vendute al mondo.
Soffriva, Oriana, mentre scriveva. Per lei scrivere significava “partorire un libro”: al suo correttore di bozze intimava “non tocchi mai i miei capoversi! Sono sacri!”, e definiva tutti i suoi scritti “i miei bambini di carta”, in confronto ai quali “Lettera a un bambino mai nato”, tradotto in 22 lingue, appare come un monumento di carta.

Contro la guerra

“La guerra è peggio dell’aborto, perchè è un infanticidio rinviato di vent’anni”, sosteneva Oriana, e questa e altre sue simili affermazioni hanno reso quel libro un clamoroso successo, con tutti dubbi che trascina ancora con sé. Inviata poi a Beirut per la guerra civile libanese, scrisse “Insciallah”, altro suo capolavoro, cui seguì l’11 settembre americano, e la sua Trilogia contro l’Islam, produzione veemente e tagliente in cui si mostra un’Oriana violenta, intransigente, dura. Tre scritti frutto di un contesto molto particolare: era sola, la Fallaci, quando crollarono i grattacieli, aveva 70 anni e da sola viveva proprio in quella città, con la sola compagnia del cancro che le tolse poi la vita. L’islamismo era, per lei, gemello redivivo di quel nazifascismo che fin da bambina aveva combattuto strenuamente, e non poteva accettare di abbandonare il mondo lasciandolo in pasto ai novelli distruttori.
Ci manca, Oriana. Chissà cosa avrebbe detto dell’attuale scenario geopolitico, così ricco di personaggi “dubbi” al comando, tra i quali poche sono le donne, e ancora meno quelle che possono dirsi partigiane come LO scrittore e IL giornalista Oriana Fallaci.

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Giornalista pubblicista. Vive a Torino con due figlie, due gatti e un cane. Laurea in Scienze Politiche Economico/Internazionali e Master ISSMI - Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze.
È stata ricercatrice al Centro Alti Studi per la Difesa, esperta di diritto internazionale. Tuttora analista di geopolitica.
Appassionata di letteratura, running, pianoforte e studi classici, ha pubblicato un romanzo e diverse poesie. Ha scritto per L'Avanti! fino al 2023, oggi scrive per la rivista letteraria Il Chaos e per il bimestrale cartaceo L'Autiere. È vicedirettrice del quotidiano online La Giustizia. È socia del Club di Cultura Classica e di Reporters sans frontières.

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